
LA VOCE DELLA RUSSIA
27.10.2012. 18:17
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che
ha per protagonista un ragazzo di dodici anni, sfuggito agli orrori dei
terroristi albanesi.Questa testimonianza si chiama “Il ragazzo della casina gialla” ovverosia quella tremenda fabbrica della morte e dei trapianti clandestini di cui pubblicamente sono stati accusati i vertici del cosiddetto Kosovo indipendente.
Leggiamo anche noi alcuni brani.
“Sentii subito l’odore penetrante della calce viva. Poi l’odore di un ospedale e dei medicinali. Quando le porte si aprirono fui accecato dalla luce abbagliante della sala operatoria. Sul tavolo il corpo di un uomo dal quale qualcosa veniva estratto. Ero troppo piccolo e avevo paura e non sapevo cosa stesse succedendo. Stavamo in un angolo in attesa che l’operazione finisse. I medici non avevano camici bianchi, ma guanti di gomma e grembiuli verdi. Il pavimento era cosparso di siringhe, bottiglie vuote e garze intrise di sangue. I medici, se cosi’ e’ possibile definirli, stavano estraendo dall’uomo il suo midollo spinale.
Da allora mi perseguitano gli incubi. Ho visto con i miei occhi fare a pezzi quell’uomo. Aveva paura che subito dopo avrei fatto la stessa fine. Ma il mio organismo era troppo debole per un attacco di epatite e di itterizia. Qualcuno disse che sarebbe stato meglio curarmi e subito dopo estrarmi gli organi. Poi decisero di non farne nulla.”
In una intervista a La Voce della Russia Sascia Milivoev ci ha detto che quel ragazzo, oggi ormai grande, riusci’ a fuggire e a salvarsi.
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SASCIA MILIVOEV: WIKIPEDIA È UNA RETE DI ODIO E MALVAGITÀ
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